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Maddalena cominciò dallo scrivere lettere piene di fiducia e d'amore, e dal parlare con tutti del suo fidanzato, del suo sposo, coll'idea di dare all'assente una prova di fedeltà. Ma l'assente non ne tenne conto, e la povera giovane passò per quella lunga serie di giorni affannosi, in cui la donna innamorata aspetta ogni mattina una lettera che non viene, riprende a sperare ogni sera, e torna ad esser delusa il domani, fa mille congetture dolorose, trema, poi riscrive, poi aspetta daccapo, finchè il sospetto le si insinua nel cuore, si rafforza, cresce fino alla disperazione.

La disperazione della Maddalena fu doppiamente grande, perchè le nacque una bambina, ed in quella circostanza il padre, chiamato con suppliche e telegrammi, rispose con una lettera fredda, esprimendo dei dubbi sulla sua paternità. «La casa era sempre piena di giovinotti, la Maddalena chiacchierava con tutti, e lui non poteva sapere fino a che punto fossero andate le loro relazioni».

In un giorno di scoraggiamento l'Ernesta, che aveva sempre in mente delle scene teatrali, disse:

— Se ora il tappezziere venisse a dirti: «Io t'amo sempre, perdono tutto, tua figlia sarà mia figlia; vuoi sposarmi?»

La Maddalena crollò il capo e rispose:

— Non potrei adattarmi. Sono avvezza alle persone ben educate, ben vestite, che parlano bene. Poi soggiunse guardando la sua bambinetta che giocava per terra: