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di spazio, tante famiglie di bagnanti, a ciascuna delle quali parrebbe poco in città un alloggio grande come tutto lo stabilimento.
Si vede tutto senza essere veduti. Si giunge quassù per una strada privata: (il Malvezzi lo ricorda sospirando perchè deve sopportare solo tutte le spese di manutenzione); e nessuno passa dinanzi al cancello della villa.
La signora Eva le ha dato il nome di Silenzio. Infatti non si sente mai il rumore d'una carrozza o d'un carro. È il vero silenzio dei campi, più solenne di qualunque melodia, nel quale l'animo si riposa dal frastuono della vita cittadina. Tutte le frasi musicali che avevo in mente confuse mi sono apparse nette in questo limpido silenzio della natura.
La signora Eva è molto cambiata. Troppo cambiata per un tempo così breve. Se non ci fosse il mutamento di luogo, che esige altre abitudini e spiega questa trasformazione, la crederei una commedia.
Ma a Regoledo non si può vivere come a Milano.
La mia bella ospite non ha più polvere sui capelli; è vestita con eleganza sempre, ma è la sua eleganza naturale che aggrazia tutto quello che porta, anche le stramberie; che la faceva parer bella coi capelli rossi; del resto la sua toletta è semplicissima; non ha nè fronzoli, nè gioielli.
Nel salotto a terreno, dove si passa la giornata, c'è un solo specchio, appeso troppo in alto per potercisi vedere; e la signora Eva non studia più le pose come faceva dinanzi allo specchio di Milano; siede, si alza, gestisce con naturalezza.
Questa mattina, dopo la colazione, il Malvezzi fece