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occa sempre agli ospiti quando giungono a far visita ad una famiglia in campagna, insieme ad un marito. Si deve assistere ai saluti espansivi tra marito e moglie che mettono nell'imbarazzo l'uomo più disinvolto. Non si può farsi innanzi perchè si riescirebbe importuni, e rimanendo in disparte si sembra mortificati di quelle carezze da cui si è esclusi, e si ha l'aria ramminchionita.
La signora Malvezzi, che è carezzevole molto, gettò le braccia al collo del marito, lo baciò ripetutamente, ed egli non si privò del piacere di abbracciarla e baciarla di gran cuore. Io avrei voluto stringermi al seno la Marichita tanto per fare qualche cosa. Ma neppur lei mi badava; si appendeva alle falde dell'abito paterno, e saltellava intorno alla coppia abbracciata, come una gallinetta.
Quand'ebbero finito, però, si occuparono di me e mi accolsero con una cordialità così amichevole che mi fece dimenticare quel momento. Ma sgraziatamente dovrà ripetersi ad ogni visita.
Però è il solo punto nero; tutto il resto fu una serie di soddisfazioni.
La villa non è di quelle sfarzose che i forestieri vanno a visitare come le gemme del lago. È vasta, signorile, comodissima, ma senza lusso pretensioso. È distante venti minuti dalla spiaggia, e nascosta da un folto d'alberi alla svolta del sentiero, Ma è abbastanza sull'alto, e si vede a destra il lago come un tappeto di moerro glauco a riflessi plumbei; a sinistra la strada che conduce allo stabilimento idroterapico. E più su, abbiamo la vista di quello stabilimento in miniatura, dove, in mezzo ad una vasta estensione di cielo, vivono ammucchiate, strette per mancanza