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— Ma deve partire.

— Digli che faccia buon viaggio; e guardi di non perdere la borsa.

— Ma ha già pagato, e vuole la sua roba. Cosa ho da dirgli?

— Digli che lo saluto tanto: che sono la Mariettina; e che sono più bionda di lui; e se non vuol credere venga a vedere.

Malgrado la sua sguaiatezza, m'infiammai di santo zelo per l'onore di quella bella fanciulla. Quella facilità d'invitare gli uomini ad assicurarsi della sua tinta di biondo, era pericolosa. Era proprio il caso di esercitare la missione del Patronato.

Ma la Mariettina non volle saperne d'esser protetta.

Disse che ha delle buone braccia, e da vivere se lo guadagna lei; e non ha conti da renderci. Alla mia cameriera ha risposto:

— Dica alla sua padrona che quando starò per morire andrò da lei a farmi raccomandare l'anima. Ma badi pure ai fatti suoi, ch'io non ho premura.

Pensai la vecchia storia di Maometto e della montagna, e salii io stessa dalla stiratrice; una donnona sguaiata che m'accolse molto male, e mi borbottò dietro: "Si vede proprio che i signori non hanno nulla da fare, per andare a quel modo a mettere il becco in casa degli altri".

La Mariettina poi mi disse:

— Senta, signora, lei quand'è l'estate va in campagna, nevvero, per pigliare un po' d'aria? Io, che non ho la campagna, piglio aria dal balcone.

— Ma c'è sempre qualche giovinotto in istrada quando tu pigli dell'aria.