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col cocchiere; e le faceva perdere un partito, perchè era un bravo giovane; era prudente e le voleva bene davvero.

Infatti doveva volerle bene davvero per perdonarle quella figura; a meno che non fosse una misura della sua prudenza per mettersi al coperto dalla gelosia.

Più tardi venne una ragazzona esorbitantemente florida, rossa come un pomodoro, col naso rincagnato e pochi capelli mal tirati sulla fronte, massiccia, tonda, senza garbo nè grazia.

Questa non aveva lagnanze da fare. Stava bene; era venuta soltanto per farsi conoscere; ne aveva tutto il tempo perchè la famiglia dei padroni era in campagna, e lei era a Milano sola col signore.

Sola col signore! Il mio senso morale si rivoltò a quelle parole. Ecco a, che cosa sono esposte queste povere ragazze!

— E ti dispiace, non è vero, di trovarti sola con lui? le domandai.

— Oh, nossignora, ci sto volentieri... Gli ho posto affetto, povero marchesino!

Un marchesino!

Sudavo freddo. Ormai era troppo tardi per impedire il male. Bisognava pensare al rimedio. Il marchesino doveva sposarla; il Patronato era in dovere di obbligarlo a questa riparazione. Purchè non fosse un minorenne, allora la famiglia potrebbe opporsi...

— Quanti anni ha il marchesino? — domandai tremando.

— Settantanove.

Era un altro mulino a vento. Il pover’uomo era