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per baciarmi la mano, mi farai cadere addosso una nuvola di polvere dai tuoi capelli, incipriati, almeno un'ora....!" Più innanzi diceva:

"Che importa se hai il doppio dei miei diciott'anni? Metteremo il parrucchino bianco tutti e due, e saremo vecchi insieme, per godere la nostra gioventù, di nascosto da questo mondo decrepito, almeno un'ora".

Naturalmente tutto questo parve una facezia al Malvezzi, ed invece di fare alla gioventù ed all'amore della sposa, l'omaggio di quella commedia in segreto, rise della poesia che gli parve molto umoristica, e la lesse a tutti gli amici di casa ed a quanti vollero udirla.

L'Evelina l'aveva scritta per ottenere una galanteria dal marito, una di quelle galanterie da matti che fanno crollare il capo alla serva ed ai vicini di casa, ma sono la delizia degli innamorati e dei poeti. Ed invece ebbe una serie di complimenti da una serie di ammiratori.

Allora accettò la galanteria da dove veniva, e non cercò più d'andare a seminarla in un terreno ribelle. Ha una massima che deve datare da quell'epoca:

— Tra la galanteria ed il marito, c'è incompatibilità di carattere.

Dice che sua figlia dovrà sposare il Bellotti-Bon, o l'Emanuel, o il Salvini, o Ernesto Rossi, perchè i mariti da commedia sono i soli che mettano un po' di poesia nella vita coniugale.

Io le osservai che quegli ultimi due mariti, non da commedia, ma da tragedia, strozzano poeticamente la signora Desdemona quando perde un fazzoletto.