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pare che abbia dimenticato tutto. È calma, serena, bizzarra, e non ha la menoma soggezione di me.
Il signor Malvezzi m'ha poi indotto a fargli sentire qualche cosa della mia opera; e ci andrò questa sera. Ora, ad animo tranquillo, potrò riabilitarmi della cattiva figura che ho fatto la prima volta.
Però la signora Eva mi secca col suo umorismo inopportuno a proposito di quell'opera che non ha mai potuto udire. Ripete il verso:
"Che vi sia ciascun lo dice, Dove sia nessun lo sa",
e l'ha intitolata L'araba fenice.
Questa mattina mi disse che ha mandato gl'inviti ai suoi amici, pregandoli di assistere questa sera alla prova dell'opera nuova del maestro Cato, L'araba fenice.
Spero che sia uno scherzo.
AUGUSTO.
XI.
Augusto a Leonardo
Comincio a credere che la conoscenza di questa signora che volevo fuggire come un male, o almeno come un pericolo capace di farmi violare il mio giuramento, mi offrirà invece il mezzo di fare una buona azione.
La signora Eva è una donna frivola come una bimba. Ma mi pare di indovinare, sotto quell'esteriorità leggera, un fondo buono e molta potenza d'affetto. Le sue stesse aspirazioni romantiche non sono