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— A raven.
Ed Amerigo rispondeva con sussiego:
— Yes.
Così giunsero in fondo al libro.
Forse nella loro natura manca la corda della giocondità. Sono seri come il loro babbo. Ma tuttavia, vorrei pur trovare una corda qualunque che vibrasse in questo piccole creature. La loro apatia mi fa male, ne soffro.
Dacchè mi sono assunto l’incarico di educarli, debbo amarli, o almeno agire a loro riguardo come se li amassi. Nell’educazione d’un fanciullo vi sono tali dubbi, tali esitazioni, tali problemi da sciogliere, tali risoluzioni da prendere, che è necessario potersi inspirare ad un grande affetto, per aver la coscienza di agire puramente nell’interesse del piccolo individuo che ci è affidato.
Io credo che sia una parte, forse la massima parte, del mio dovere, cercare di risvegliare i sentimenti di questi fanciulli, di far loro sentire più che sia possibile, la benedizione della vita.
A questo modo non sanno di esistere. Sono come pianticelle, non conoscono nè la gioia nè il dolore.
Vi sono momenti in cui desidero che accada qualche cosa di atroce; che il marchese cada dal cavallo e si rompa una gamba, che si faccia in paese un’esecuzione capitale, per vedere se quei giovani cuori, morti alle sensazioni liete dell’infanzia, si risvegliano almeno alle impressioni del dolore, dello spavento, della pietà.
Ti assicuro che se domani appiccassero un uomo qui, io, che amo tutta l’umanità d’un immenso amore fraterno, che sogno soltanto di giovare ai miei simili,