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— Neppur io; mi punge gli occhi.
— Ed il mare fa male a guardarlo come il sole.
— Sì; ma soltanto di giorno.
Io afferro l’occasione per spiegare quel fenomeno ottico, o quell’altra cosa qualunque, che suppongo abbia destato la loro curiosità. Ma essi mi ascoltano senza dare il menomo segno d’interesse, senza mai interrompermi con una domanda; e quando ho finito, mi rispondono:
— Oui monsieur; oppure: Yes, sir; oppure: Ja mein Herr.
Ho provato a metter loro dinnanzi dei libri illustrati. Ieri erano le favole di Lafontaine illustrate dal Doré; una meraviglia. Io ci avevo speso intorno tutta la serata precedente con un diletto immenso. Se avessi posseduto quel libro quand’ero bambino, ne sarei impazzito di gioia.
Invece i miei scolaretti voltarono coscienziosamente i fogli dal primo all’ultimo senza mai animarsi, senza mai sorridere.
Tratto tratto l’uno o l’altro diceva il nome d’un animale dipinto.
— A fox — diceva Amerigo. Era la settimana dell’inglese.
— Yes — rispondeva Cristoforo.
Il marchese ex-marinaio e viaggiatore, ha voluto dare ai suoi figlioli questi nomi di viaggiatori illustri. Ma non ha saputo dar loro la scintilla dell’entusiasmo che li animava, la loro ardente curiosità, il loro spirito intraprendente.
Dopo alcune pagine era Cristoforo che, vedendo il corvo col suo immenso becco affondato nella bottiglia, diceva gravemente: