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d'affari? Se morirò, m'avrà pigliato un accidente. Ma lui, l'artista giovane, povero, interessante, lui fa piangere se dice che muore d'amore. E si lascia la casa, il marito solitario, la bambina orfana, la prosa della vita, per consolare il suo poetico dolore. Ed avevo tanta fede in lui! E lo chiamavo amico!

In quella la bambina si svegliò, balzò a sedere sul letto, tutta rossa e febbricitante, e vedendo il volto del padre inondato di lagrime, si abbandonò alle sue paure con le espressioni più smodate.

— Ah, babbo! vedi bene che m'hai detto la bugia, che la mamma non verrà più, che è morta! Io non vedrò più la mia mamma cara, la nostra gioia; io voglio morire per andare con lei.

E si dibatteva in una convulsione di pianto, ed a tutte le nostre persuasioni rispondeva:

— La mamma non abbandonerebbe la sua bimba malata se fosse viva; e se il babbo piange è parche è morta, e l'hanno messa sotterra al freddo. Io voglio morire; i bambini non possono stare al mondo senza la loro mamma; voglio morire, voglio morire! Nell'azzurro del cielo le mamme stanno coi loro bambini.

— Senti, bimba, le rispose il padre, parlandole con serietà come fosse una donna, ti giuro che la mamma sta bene. È andata a vedere il nonno che è ammalato.

— Anch'io sono ammalata. Vuol più bene al nonno che a me.

— No, cara. Ma lui sta male.

— Anch'io sto male; e la mamma non deve voler bene a nessuno più che alla sua bambina...