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Ed io l'amerò e l'onorerò tanto, che forse riescirò a vincere i suoi rimorsi. L'amerò più di quanto avrei amata una giovinetta che non avesse fatto nessun sacrificio per me, che nell'amarmi avesse trovato soltanto una gioia senza contrasti, e per sua maggior sicurezza, l'avesse fatta legalizzare dal contratto nuziale e dalla benedizione del prete.

L'Eva non ha amato mai; è questo il suo primo amore. E, perchè si è data inconsapevole ad un uomo che non amava, quando le passioni non si erano ancora risvegliate in lei, non potrà più redimersi il giorno in cui sente l'attrazione potente d'un primo e vero amore?

Che diritto ha più di me quel Malvezzi per dirla sua? Che cosa ha fatto per lei? L'ha sposata; ecco tutto.

Ma io ho passato i giorni e le notti in un'angoscia vicina alla pazzia. Ho sostenuto lotte acerbe contro me stesso, e ne ho sofferto come una vittima alla tortura. L'ho veduta vivere nell'intimità con un marito, l'ho udita dargli del tu, ho veduta l'espansione dei loro saluti, il loro bacio, ed ho divorato in silenzio la mia gelosia fremente. Ed ora lascio il mio paese, le prime speranze della mia arte, accetto un'esistenza proscritta ed oscura, il lavoro quotidiano per il pane quotidiano.

Che cosa possono essere i diritti di quel ricco banchiere, al confronto di questi?

Domani pranzerà solo, ma avrà una figlia per consolarlo dell'abbandono della moglie; avrà la commiserazione di tutta la gente ammodo; e, se gli piace un po' di vendetta, potrà centellinarla giorno per giorno fino all'estinzione della memoria, nel biasimo implacabile