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ta; forse troppo per lui che è uno zotico, dice, e finalmente ch’egli è perfettamente felice.

Vi sono uomini perfettamente felici a questo mondo, Leo? Ci credi tu?

Qualche volta penso che sarei perfettamente felice se potessi guadagnare abbastanza da non dovermi dar pensiero delle cure materiali della vita; mi pare che mi ammoglierei e vivrei per la famiglia e per l’arte. Ma dev’essere un’illusione come tante altre, perchè quando avevo un patrimonio, e potevo provvedere a tutti i miei bisogni senza il menomo pensiero, non ero felice.

Ad ammogliarmi non avevo pensato mai prima d’ora. Il mio carattere tempestoso non è fatto per la vita coniugale. Ma il nostro giuramento mi ci fa pensare, perchè mi sgomenta. Bada; non dico d’esserne pentito; anzi, lo rifarei; ma dubito delle mie forze; e sento che ho bisogno di crearmi dei doveri inesorabili per non rompere il freno. C’è un punto nel quale mi sento vulnerabile; lo confesserò colle parole di Byron: «Gli uomini mi sono divenuti indifferenti; se potessi dire altrettanto delle donne, vivrei in pace».

Oggi lotto colla prosaica necessità del pane quotidiano, e questo mi avvilisce e m’incatena alla terra. Ma, ch’io possa togliere il pensiero a queste miserie, chi può dire a quali voli si abbandonerà?

Ed anche in mezzo alle piccole cure che mi uggiscono, sento che, malgrado le tempeste passate, la mia potenza d’amare non è esaurita; anzi è più forte di prima.

Del resto, tutto questo è forse puerile. Forse traverso ora uno de’ miei periodi d’esaltazione, che domani sarà passato, e lo ricorderò ridendo.