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chiaro freddo della luna, e rimasi tutta la notte là, evocando la tua immagine bella, parlandoti dei miei dolori e delle mie gioie, e dicendo: "Domani sarai mia".

Povera umanità ignorante e fiacca! Che ne sappiamo noi del domani? C'è una potenza che ci domina; soffia sui nostri progetti e li annienta, e disperde le nostre speranze, e guida la nostra volontà contro le sue tendenze, come il filo tenuto dalla mano d'un bambino guida il cervo volante contro la corrente dell'aria.

Avevo detto al tuo servitore di svegliarmi presto stamane. Egli entrò in camera alle cinque, e dandomi il buon giorno, mi portò una lettera che era giunta ieri sera. Sono le piccole ironie con cui il destino irride alle nostre miserie. Mi augurava il buon giorno, e mi dava quella lettera che doveva fare di questo giorno il più difficile, il più combattuto, il più miserabile della mia vita.

Tuo marito mi annunciava che ha combinato la rappresentazione del Re Lear alla Scala. O Eva, mentre io tradivo la sua fiducia, mentre mi abbandonavo ad una passione egoista per sua moglie, egli lavorava per me, mi faceva del bene, mi trattava da amico.

Quella notizia che realizzava il mio grande sogno da artista, che appagava i voti della mia ambizione, invece di consolarmi, mi giunse come un colpo di fulmine; o per dir più giusto, come un colpo di frusta, perchè mi fece sentire tutto l'avvilimento a cui ero sceso. Mi sferzò, mi fece arrossire di me stesso.

Io, che avevo voluto esserti un mentore, un maestro di virtù, t'avevo dato l'esempio funesto di dimenticare