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80 chi lascia la via vecchia

gnora, che sapesse le mie uscite misteriose, e mi rifiutasse il saluto.

Era una situazione insopportabile. Il mio carattere se ne risentiva; rimpiangevo ardentemente la mia felicità perduta. Mi pareva d’esser punita troppo severamente delle colpe passate, e mi ribellavo contro i rigori della giustizia. Sentirmi onesta e fedele, ed esser condannata ad apparire infedele e disonesta; era un supplizio atroce; e non vedevo alcuna via per uscirne; e non ero abbastanza colpevole per avere il coraggio di quelle viltà. Ogni giorno mi sentivo più abbattuta; lottavo tra l’ansia di ricuperare fin l’ultima lettera, e lo scoraggiamento che mi spingeva ad abbandonare quella partita tremenda.

Marco doveva accorgersi che qualche cosa di terribilmente penoso accadeva dentro di me. Mi guardava fissa coll’occhio melanconico, come per dirmi: