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56 chi lascia la via vecchia


Che cambiamento! Che gioia! Non ebbi bisogno di stare a letto; la febbre dell’infreddatura fu assorbita dalla febbre d’entusiasmo che mi agitava tutta. L’indomani ero florida e felice.

Marco era un nobile cuore. Il suo amore da uomo maturo, un amore profondo senza tempeste, mi riposava delle tempeste passate. Mi sentivo così tranquilla, così rassicurata, dacchè m’appoggiavo a lui, che rinunciavo a pensare, a volere. Egli pensava e voleva per me. Era padre, amico, sposo ad un tempo.

Un solo cruccio avvelenava la mia pace; il pensiero del passato; di quell’altro amore, di quella colpa che Marco ignorava. Tutto quanto c’era in me di dignità, di gratitudine, d’ammirazione per lui, si rivoltava all’idea d’ingannarlo. Era un abuso di fiducia, una viltà. E d’altra parte l’amavo; non solo per gratitudine; l’amavo come un giovane, come un