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266 | una piccola vendetta. |
sul ballo nuovo della Scala. Non gli fece più il viso serio delle altre volte. Che! gli sorrideva mostrando certi dentini...
— Sarebbe possibile che il sapermi marito di mia moglie l’avesse persuasa... Mi sembra strano! — Pensava il signor Zeta — Eppure sì. Sorride con civetteria; mi guarda furtiva... Oh le donne! Le amicizie delle signore!
— Eccomi giunta, — disse la bella dama bionda fermandosi ad un portone.
— Ma, spero, non mi pianterà qui sulla porta. Favorisca, la prego. Potrei trovare il mio persecutore sulla scala.
— La civettuola! Ha paura di non trovarlo, e vuol assicurarselo, — pensava caritatevolmente il marito esemplare. — Ed io che credevo d’aver ad espugnare una fortezza! Ecco l’onestà delle dame.
E, con onestà da cavaliere, salì gongolando come un conquistatore, dall’amica di sua moglie.