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storia d’una viola. 241

fiero e superbo; e nel segreto del mio calice mi sentivo isolata, e rimpiangevo quella dolce espansione a cui l’avevano condotto un momento la generosità e l’amore.

Tuttavia i suoi pistilli mi guardavano sempre, il suo effluvio era sempre egualmente amorevole; ed io pensavo che gli dovevo la libertà e la vita; pensavo che era generoso e buono, ed ero felice del suo amore.

Così passarono tre ore senza che nulla turbasse la nostra pace; e la prova di quella lunga costanza, e le memorie di quel tempo trascorso insieme, riassodavano il nostro affetto.

In quella calma serena, senza agitazioni, senza tempeste, la vita mi era facile. Ma a poco a poco la noia cominciò ad insinuarsi nello spazio vuoto tra il Tulipano e me.

Per fortuna — allora dissi per fortuna, — una bestiolina verde, un bruco, venne a strisciare sugli orli del mio vaso. Sebbene fosse


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