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storia d’una viola. 237


Era il Tulipano bruno. Quattro pezzi di legno stavano sul terreno intorno al mio liberatore. Uno di essi aveva il piede sul vaso del Tulipano, ed era steso in tutta la sua lunghezza traverso il mio.

Un lungo filo rosso e bianco attorcigliato giaceva fra i legni sulla terra mossa da quella rovina. Il Tulipano, libero da quei vincoli che lo tenevano ritto, aveva incurvato il suo lungo stelo, e colla bella testa toccava quasi la mia.

— Quanto ti debbo! — gli dissi: — ti sei privato per me di tutti i tuoi sostegni.

— Dacchè lo riconosci, — mi rispose, — ne sono largamente ricompensato.

— Come non riconoscerlo? — dissi eludendo il complimento. Fu certo questo legno steso dietro a me, che ha rovesciato il bicchiere maledetto.

— Oh mille volte maledetto; perchè era una barriera che ti divideva da me.