Pagina:Torriani - La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880.djvu/231


storia d’una viola. 227

salotto, risuonavano le note soavi della Dolce voluttà del Marchetti.

Ad un tratto, udendo echeggiare gli applausi, mi lasciai vincere dall’entusiasmo, alzai le mani per applaudire anch’io, e la lettera gialla cadde nel lago.

Che cosa mi diceva? Non lo seppi mai. — Era andata a seppellirsi nelle onde coi suggelli intatti, portando il suo segreto nella tomba, come si dice nei romanzi a tinte scure. Se era in versi l’avranno letta le ondine, se era in prosa gli agoni del lago, che piacciono tanto ai buongustai di Milano.

Questo incidente senza sèguito non produsse nessuna modificazione nell’impiego del mio tempo; sicchè, quando tornai in città, riportai tutta la mia carta candida come il velo d’una sposa, e le mie penne asciutte come la borsa d’uno studente. Colla vita cittadina avevo ritrovato però il proposito del lavoro, e mi af-