Pagina:Torriani - La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880.djvu/218

214 riccardo cuor di leone.

era maggiore di me; l’anno seguente doveva entrare all’Accademia.

Quella settimana passò lunga e triste. Alla ricreazione m’accostavo al Malinverni per domandargli di sua sorella. Ma poi il nome non voleva uscire dalle labbra. Mi si metteva in gola come il torsolo del pomo d’Adamo e non c’era verso di tirarlo fuori. Mi strozzava. Con tanto ardimento che avevo nel cuore non osavo parlare. Ci volevano fatti per me, non parole. Oh, un’occasione! Chi mi faceva nascere un’occasione per far vedere che non ero timido, che non esitavo, che nelle circostanze ero forte ed audace come il mio amore!

La domenica seguente la Fulvia mancò ancora. Non esitai più. La sera stessa nel cortile, mi accostai al Malinverni e gli dissi risolutamente:

— Senti...

— Che cosa? — mi domandò.