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riccardo cuor di leone. 213

bella fanciulla. Me ne avesse procurate delle imprese per dimostrarle la mia audacia! Non era per nulla che mi chiamavano Riccardo Cuor-di-leone.

Ma intanto le settimane passavano; io continuavo a vedere la Fulvia in parlatorio ad ogni visita, ad arrossire, a tremare, a sudar freddo, ed anche caldo, perchè ormai s’era nel maggio; — e non era mai capitata la menoma occasione di fare prova del mio coraggio esponendo la vita per lei.

La seconda domenica del mese, il signor Malinverni giunse solo in parlatorio per vedere suo figlio. La Fulvia non era con lui.

Tutto il tempo della visita fui inquieto e distratto. Non udivo che cosa mi dicesse la mamma; mi voltavo ogni volta che s’apriva l’uscio; ero sulle spine. Che fosse già andata in campagna? E non avessi a vederla per tutto l’anno;.... e forse mai più! Suo fratello