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i morti parlano. 183

religione le comandava, e di farlo ad ogni costo.

Dacchè il sacerdote le diceva che era suo dovere produrre la cassa misteriosa davanti al tribunale, ella confessò d’averla sepolta in un angolo del suo cortile, sotto un grosso vaso di fiori, che aveva rimesso a posto per nascondere che il terreno era stato smosso.

Lo stesso clergyman accompagnò i policemen che furono mandati alla casa dell’imputata, ed assistè all’operazione perchè la cassa fosse disotterrata e portata in tribunale senza che le venisse data la menoma scossa.

Quando si riaperse la seduta, alle due del pomeriggio, la cassetta famosa che aveva inspirati tanti dubbi, tante discussioni, era là, chiusa, come l’avevano descritta gl’imputati.

Il giudice li interrogò uno dopo l’altra se riconoscevano la cassetta da cui dichiaravano essere uscita la voce del defunto.

Sì; entrambi la riconoscevano.