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12 capo d’anno.

vano alle fughe più vergognose da cui risultavano vittorie incredibili, paci stupefacenti.

Ricordo quando gli anni furono passati per le bambole e pei soldatini, quando noi altre fanciulle cominciammo a portare gli abiti lunghi ed i maschi andarono all’università. Allora pel capo d’anno c’erano tutti i presagi della nostra sorte futura. La sera prima, si metteva sulla finestra una tazza d’acqua; e la mattina si dovevano vedere sulla superficie di quell’acqua gelata gli emblemi dell’arte o del mestiere del futuro marito. Erano sempre un’infinità di lineette diritte e sottili che s’incrociavano in tutti i sensi; sembravano tanti aghi, ed avevano finito a persuaderci che per tutte noi non c’era altra speranza che di sposare un sarto.

Poi la mattina, appena alzata, ogni ragazza prendeva una pianella e la gettava in alto. Se andava a cadere colla punta verso l’uscio, era