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142 i morti parlano.

pochi mesi mi domandò se volevo sposarlo. Ma io volli aspettare a rispondergli finchè fosse passato l’anno del lutto, per rispetto al defunto. Alla festa dei Magi deposi il bruno, ed allora Seth mi disse:

— Ebbene, cugina, ora è tempo di concludere.

Ed io dissi di sì. Ma bisognava lasciar passare i mesi dell’inverno, che sono quelli del maggior lavoro per me e per lui. Si decise di sposarci alla fine di marzo.

La casa di Seth è più grande della mia e più ariosa perchè è fuori della città, ed io dovevo lasciare l’alloggio ed andare a stabilirmi con lui.

Ogni giorno quando avevo finito il mio lavoro, preparavo un po’ di roba imballata, e la sera, quando Seth se ne andava, la portava a casa. Così si faceva lo sloggio senza spesa.

Una sera aprendo un armadio dove c’erano delle cose vecchie fuori d’uso, mi cadde