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82 | in risaia |
cadere insieme a lui, si coperse gli occhi colla mano.
Quello smarrimento durò appena pochi secondi. Era un capogiro. Gaudenzio la resse, e, riaprendo gli occhi poco dopo, la Nanna si trovò ancora appoggiata alla spalla di lui in mezzo all’aja. Se ne staccò senza guardarlo, senza parlare, ed andò a sedere sulla trave. E là il suo male crebbe ancora ed ancora. Il cervello continuava a turbinarle di dentro; pareva che durante il ballo avesse preso lo slancio come una trottola, e poi seguitasse a girare.
Non ne poteva più. Quasi involontariamente si chinò sulla panca, si pose un braccio sotto il capo, e rimase adagiata così gemendo sommesso.
Più tardi Gaudenzio le si accostò e le disse un po’ sbigottito:
— Ebbene, Nanna? Cosa c’è?
Era sfinita. Non poteva parlare perchè si sentiva il pianto alla gola. Gli rispose con un gemito.