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80 | in risaia |
salute prosperosa ed una buona dose d’egoismo, non avevano mai permesso di comprendere una sofferenza. E girando sui tacchi, si diresse all’estremità opposta dell’aja, per invitare un’altra ballerina.
La Nanna si sentì avvilita. Gaudenzio la disprezzava, ed avrebbe apprezzato più di lei la prima venuta, che potesse girare due minuti in tempo di valzer; il suo amor proprio, l’amore, la paura, la gelosia, le diedero una forza insperata. Si rizzò d’un balzo, prese gli zoccoli in mano, ed in due salti ebbe raggiunto il carrettiere a metà dell’aja.
— Eh! Gaudenzio, gli gridò ridendo ed arrotondando il braccio cogli zoccoletti in mano, mentre dimenava i fianchi in misura, come un muto invito al ballo.
— Ma se avete poca volontà! disse il carrettiere.
— Che! L’ho detto per celia. Sto benone. Non sono una signora io, da ammalarmi per un po’ di fatica!
— La cera ce l’avete brutta però, osservò