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in risaia 77


XIII.

Fu un sonno affannoso, tribolato da sogni. Le pareva d’essere una delle montanare di Boca o Maggiora di cui aveva udito tante volte vantare la robustezza meravigliosa, i bei colori, l’umore sereno, la laboriosità assidua, ed i ricciolini castani intorno alla fronte. E nel sogno scendeva dalla montagna per una stradicciuola ripida, con una grande gerla colma di sassi sulle spalle, e conduceva l’asino carico attaccato ad una corda, che s’era legata al braccio; ed intanto per tener conto del tempo, faceva calze camminando.

Gaudenzio aveva tante volte descritta quella triplice fatica delle montanare, che la Nanna l’aveva sempre in mente.

Ma le pareva che l’asino si facesse tirare, e desse strappi alla corda per modo, che le sfuggivano dal ferro le maglie della calza.