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sanguisughe ogni giorno, avrebbe guadagnate nove lire; il prezzo di cinque giornate di quel lavoro d’inferno; ed avrebbe potuto lasciare la risaia cinque giorni prima, senza perderci di borsa.

E si coricò un po’ confortata da quella speranza, e fin dal domani, cominciò ad abbandonare le sue povere gambe, che non avevano sangue di troppo, tutt’altro, ai morsi arrabbiati di quelle bestiole da farmacia. Appena si sentiva addentata, portava la mano alla ferita, ed afferrata la sanguisuga, non più libera di sfuggirle, la metteva in una boccetta, che teneva nascosta nella rimboccatura dell’abito.

Quel giorno ebbe la fortuna di pigliarne cinque, e s’affrettò a cercare le ragnatele per rimarginare le cinque morsicature. Era contenta, ma si sentiva indebolita, ed aspettava con impazienza la sua scodella di riso e fagioli. Sgraziatamente il sensale che aveva preso l’appalto dei lavori, forniva anche il