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in risaia 63

al mattino senza voltarsi. Quando si svegliò guardò intorno sbalordita e disse:

— È sempre notte.

Infatti non erano ancora le quattro; alle quattro bisognava essere sul lavoro. Cominciava appena ad albeggiare; tutta l’immensa pianura era avvolta in un vapore grigio e pesante.

La Nanna provò un senso di ribrezzo all’entrare nella risaia: e quando si trovò con l’acqua fin sopra le ginocchia, ed il capo in quella nuvola bianchiccia che la velava tutta, si sentì mancare il fiato.

— Oh Dio! mormorò. Mi pare che questa cosa bianca sia la febbre, e che mi entri pel naso, per gli orecchi, per la bocca. E rabbrividiva tutta.

— Eh! ragazza! Cosa si fa? le gridò l’assistente dei lavori.

Si curvò in fretta e si pose a mondare il riso dalle male erbe. Ma si sentiva triste ed abbandonata in quella pianura grigia; aveva voglia di piangere; e tratto tratto guardava