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24 in risaia

notte massicce che scoppiano di salute. “Che petto! Che fianchi! Quella è ben piantata! Forte come un tronco! Bella donna, per bacco!”

E la Nanna, poveretta, che aveva una fede cieca nel gusto del carrettiere, desiderava quel petto spropositato, e quei fianchi volgari, guardava con rincrescimento la sua personcina snella, e sospirava umiliata, guardando le rotondità rosee ma appena lievemente ricolme del suo seno verginale.

Intanto però, il lungo riposo dell’inverno, lo stare continuamente rinchiusa al riparo dalle esalazioni malsane di quelle pianure, ed il freddo salutare che rinvigorisce l’appetito, riescirono a dare una floridezza tutta nuova alla persona della Nanna, che si vedeva, con gioia indicibile, arrotondata e colorita come non era stata mai.

Quell’anno il carnovale era lunghissimo; durò fino ai primi di marzo. L’ultima sera i giovinotti giunsero mascherati nella stalla,