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il folletto 231


alla tempia, che la mandò a ruzzolare come morto all’altro capo della stalla.

La Lucia, svegliandosi il mattino, che la luce bianca entrava già dalla finestra, fu spaurita di non vedere il suo uomo nel letto.

Che cosa gli era accaduto?

Oh, per amor di Dio che cosa?

Si messe una gonnella addosso e, senza badare ai bambini che piangevano, scese nella stalla, dove trovò quell’orrore: la mula mezza morta colla coda bruciata, e Gaudenzio, colla tempia aperta e sanguinante, che pareva morto del tutto.

In un momento tutti i vicini furono nella stalla chiamati dagli strilli della povera donna, e, mentre alcuni mettevano il ferito sul carro per condurlo all’ospedale di Novara, ed altri andavano in cerca del maniscalco per fargli vedere la mula, la Santina diceva crollando il capo:

— Benedett’uomo! Ha voluto scendere a vedere il folletto, senza dir niente con nes-