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il folletto 227


Allora Gaudenzio, che non poteva sentir a ridere con quella pena sul cuore, disse coi denti stretti sulla pipa:

— Felice notte alla compagnia.

Diede un urtone alla sua donna perchè lo seguisse, ed uscì dalla stalla senza guardar nessuno.

Camminava a gran passi, picchiando forte i piedi sulla neve diaccia che scricchiolava, o gli pareva di sfogare la sua bile a quel modo, come se schiacciasse qualcuno che gli avesse fatto del male. La Lucia penava a tenergli dietro e non aveva coraggio neppur di parlargli.

Tutta la notte sentì lui rivoltolarsi nel letto con dei sospironi che la facevano tremare, e la mula agitarsi come una spiritata giù nella stalla.

La sera seguente, tornando dalla stalla della Santina, Gaudenzio disse alla moglie:

— Sali tu a dormire; io voglio cavarmi questa spina dal cuore. Sono già le undici: