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226 il folletto


— E che a strapparlo, ribattè la Santina che voleva sempre dire più delle altre, diventa d’oro, e più s’aggomitola più s’allunga.

— Chi non lo sa? saltò su l’altra vecchia, parlando colla castagna in bocca per far presto a troncarle la parola; ma per questo bisogna dire “Folet foli — Lassel lu e ciappem mi„ e quelle parole lì, al folletto, un buon cristiano non le dice di certo.

La Santina non trovò nulla da replicare e tirò via a filare in silenzio, girando la castagna in bocca dalla stizza, che se avesse avuti i denti l’avrebbe masticata.

Intanto i giovinotti discorrevano sommesso colle spose, di quel tiro birbone che aveva fatto l’anno innanzi il folletto alla serva del parroco, che, povera donna, aveva dovuto andarsene via dal paese colla vergogna.... Ed era stato il folletto....

E le donne ridevano facendosi rosse, mentre i giovinotti s’avvicinavano tanto per guardarle negli occhi, che loro non avevano più posto da far girare il fuso.