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in risaia | 215 |
quella gente alla mensa di Natale. La Rosetta vezzeggiava il suo rustico uomo come se lo avesse sposato allora. I vecchi erano felici di maritare la figliola. Pacifico.... lasciamo stare. Era sempre a guardare la Nanna colla bocca aperta, e tratto tratto le diceva:
— Dunque sarete la mia massaia? Demonio di ragazza! Se vi siete fatta sospirare! Il letto è pronto; quand’è che comincerete a scodellare la minestra a casa mia? Ed altre tenerezze rustiche in cui metteva tutta l’anima, pover’uomo.
Gaudenzio c’era anche lui; era andato di buon mattino a dar il buon Natale per sentire cosa ne era stato del fiore d’argento, e la Rosetta l’aveva persuaso facilmente.
A conti fatti non era una passione di quelle che logorano il cuore la sua. Aveva un capriccio per quella bella sposa; ma l’idea di sposare quel gioiello di bimba, ed innamorata poi, che lo lasciava trasparire da tutti i pori, gli andò a sangue; e fu un affare concluso.