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138 | in risaia |
XXII.
La Rosetta era veramente una bella giovine. Non una bellezza da romanzo; neppure una figurina elegante, ideale, com’era stata la Nanna a diciassette anni. Ma una bella contadinotta, bianca, rossa, paffuta come una mela, ben piantata su due gambe che parevano colonne, coi fianchi e le spalle da cariatide; doveva esser feconda come una Niobe, ed il suo petto era abbastanza vasto per nutrire i quattordici figlioli. La sua salute non ismentiva quella florida apparenza. Dacchè era al mondo nessun medico le aveva mai tastato il polso; e nel suo cuore esultava tutta la giocondità della gioventù e della salute. S’era guadagnato subito l’animo dei vecchi suoceri. Dopo il salto della scopa era andata a finire nelle braccia della Maddalena, che era stata ad aspettare quel momento per giu-