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in risaia | 129 |
da custodire non ha testa al lavoro; ed a lui converrebbe appunto una giovine matura, punto bella, che non avesse grilli in testa, e potesse far da mamma alla sua creaturina.
La Nanna si sentì venir freddo al cuore. Il giovinotto, il garofano, l’abito cangiante, le svanirono dagli occhi, come avvolti in una nube. Si vide brutta, col suo capo senza argento; vecchia accanto a quello sposo vecchio, che la domandava non per sè ma per la sua figliola, per farle fare da matrigna. Vide quelle nozze senz’amori, senza feste ed a due passi da lei, nella stessa corte, la cognata giovine e bella, trionfante nelle pompe e nelle gioie nuziali.
Provò una grande vergogna. Ebbe un gran dispetto contro Pacifico, contro il suo babbo, contro tutti. Proporle di sposare lui stesso, da parte di quel sensale, era quanto dirle:
— Non credo ci sia altri che vi voglia. E per colmo di oltraggio, diceva di pigliarla perchè era matura e punto bella.