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le spalle e voltandogli il dorso in atto vergognoso; ma le brillavano gli occhi, e si vedeva vagamente dinanzi un giovinotto dall’aria spavalda, con un garofano all’occhiello ed il cappello sull’orecchio. La ragione non basta ad imbrigliare la fantasia.

— Lo sposo ci sarebbe, soggiunse il babbo.

La Nanna si appoggiò coll’immaginazione al braccio del giovinotto, dal lato opposto al cappello ed al garofano, e si ammirò nel suo vestito nuziale di lana e seta cangiante, e sorrise a quell’immagine.

Martino, dopo quelle parole, stava zitto tirando lunghe boccate di fumo dalla pipa. La Nanna era impaziente di saper altro. Si voltò a mezzo, e guardò il babbo sogghignando.

— E così? disse il vecchio.

— Ebbene, dite su, rispose la Nanna.

— Cosa vuoi che ti dica? L’hai pur veduto chi è che m’ha parlato dopo i vespri.

— Pacifico.

— Sì, Pacifico. Dice che con quella bimba