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facendo più distinto; s’udivano tinnire i finimenti, e gli Eeeh! del conduttore suonarono più chiari, fino all’ultimo che gli rimase strozzato in gola. Il nuovo inquilino giungendo nella corte aveva riconosciuta la Nanna, e la Nanna aveva riconosciuto lui.

Era il giovine che l’aveva corteggiata in risaia alla seminagione, lo sposo semi-promesso. Ma giungeva tardi, e non giungeva solo. Seduta sul carro, comodamente adagiata sopra un materasso, c’era una giovine sposa, pallida, sofferente, vicina alla prima crisi materna. La Nanna guardò la donna con curiosità. Non era stata punto innamorata di quell’uomo. Aveva sperato di sposarlo, lui come un altro, nel proprio interesse: ma non ci aveva posta nessuna passione.

E tuttavia provò un senso di soddisfazione al vedere che la sposa non era bella nè florida.

Fu una specie di gratitudine verso quella rivale, che non la offendeva col confronto d’una superiorità umiliante per lei.