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Oh Dio! Era come se quei fusi glieli avesse piantati nel cuore. Pensò le sue compagne giovani e felici, che andavano in giro col raggio d’argento sul capo, e ridevano coi giovinotti, e provò per loro un senso di rancore, come per altrettante nemiche personali.

D’allora il suo carattere s’inasprì sempre maggiormente. Parlava pochissimo, e le sue parole avevano spesso un fondo di malumore o d’acrimonia; se non altro, era aspro il piglio con cui le diceva. Evitava di trovarsi in compagnia; lavorava in silenzio e senza passione; però lavorava sempre. Questo era nella sua natura. Non andò più alla mondatura del riso, perchè quel lavoro nell’acqua le era stato troppo fatale, ed era superiore alle sue forze. Ma, fin dall’anno seguente, andò alla mietitura, e, con la triste esperienza acquistata, seppe regolarsi in modo da mantenersi relativamente sana. Del resto il ballo e le veglie sull’aia non la interessavano più. Dopo il lavoro mangiava, e poi si ritirava a riposarsi