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158 | silenzi d’amore. |
bianco, che la faceva svelta e sottile. Poi andò al balcone irritata dalla penombra grigia che l’avvolgeva, assetata di luce, assetata d’azzurro, e spalancò le gelosie con un impeto nervoso, mormorando sempre
La vita è solitudine
Senz’amor, senza sogni e senza Dei.
Ma rimase là, colle braccia alzate, colla frase interrotta, paralizzata, immobile, bianca sul fondo scuro del balcone aperto, come una statua in una nicchia. Aveva ritrovata la poesia rimpianta, aveva ritrovato il suo amore, il suo sogno, la sua fede.
Giù nella via, appoggiato al muro di contro al balcone, aveva veduto Fausto, colla faccia alzata verso di lei, che l’aveva aspettata, che la guardava fissa co’ suoi grandi occhi innamorati.