Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
150 | silenzi d’amore. |
geva la stessa cosa. Se avesse osato domandargli perchè si associava a quel suo disegno, egli le avrebbe risposto:
“— Perchè l’amo.„
Risentiva nel silenzio della notte quella parola sussurrata da quella voce; ne provava un fremito, una soavità infinita. Sperava che gliela direbbe il domani, e fantasticava la poesia dolce d’una confessione d’amore.
Ma i domani si succedevano tutti ugualmente delusori.
Sempre le stesse soggezioni da cui non osava svincolarsi; sempre la stessa timidezza, le stesse diffidenze; la stessa conversazione, a frizzi, scherzosa, paradossale, di cui avevano presa l’abitudine, e che toglieva ogni valore anche alle espressioni più amorose ed ardite.
Fausto ebbe ancora una speranza, una sera che la Contessa lo invitò a prendere il tè.