Pagina:Torriani - Cara speranza, Milano, Chiesa, 1896.djvu/152

144 silenzi d’amore.

La contessa invece avrebbe voluto svincolarsi da quelle soggezioni, ma era timida, non osava più.

Prima era andata parecchie volte alla fonte sola: ma, dacchè conosceva Fausto, le sarebbe sembrato di andare a cercarlo; si sarebbe vergognata di lui più che degli altri; e si circondava più che mai.

Avevano tutti e due uno strano modo di parlare fissandosi gli occhi negli occhi con un’intensità che pareva fatta per accompagnare dei discorsi appassionati. Invece sovente dicevano:

“Guardi quel cappellino. Sa chi è quella signora? Oggi le signore Asting sono più eleganti del solito„ e simili sciocchezze.

E poi, in mancanza di parole affettuose da ricordare, ricordavano gli sguardi; quell’occhio largo, intento, profondo, ritornava con insistenza alla loro mente