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138 | silenzi d’amore. |
— Sì. Penso che è un po’ volubile.
— Può darsi, rispose Fausto.
Poi accorgendosi che aveva detto una fatuità, soggiunse:
— Non voglio contraddirla. Ma da che lo argomenta?
— Fino a ieri s’è tenuto in tasca una lettera a maturar la data, per evitare di vedermi; ed oggi vorrebbe essere vecchio e brutto per accompagnarmi.
— Fino a ieri non la conoscevo.
Fausto sarebbe andato lontano su quella via, ma lei si limitò ad inchinarsi ridendo al suo complimento, e parlò di altro.
Non insisteva mai sui discorsi, quando cominciavano a prendere una piega galante; li lasciava cadere, salvo ad intavolarne altri che seguiva fino allo stesso punto, per piantarli lì daccapo. È un gioco che piace molto alle belle do-