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132 | silenzi d’amore. |
imbalsamati ed i ricami più o meno scoloriti delle signorine di casa; e su tutte le spalliere dei mobili quadrati e dischi all’uncinetto per difendere la stoffa dal contatto dei visitatori.
La contessa entrò, salutò in piedi, sedette a disagio sul divano, colle mani in mano, impacciata di trovarsi là fuor di posto, con quell’aria di ricevimento che sembra misurare il tempo alle visite.
Fausto, che era avvezzo ad essere ricevuto fra gli intimi delle belle signore, rimase stonato anche lui.
Fecero i discorsi di circostanza:
— È da parecchio, che è giunto a Recoaro?
Poi un’occhiatina alla data della lettera che lo presentava, ed un sorriso dissimulato con ostentazione, ma senza osare di parlarne.