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silenzi d’amore. 131

di seta, disegnando un profilo colla matita, leggicchiando un’epigrafe, commentando, saltando di palo in frasca, mentre la signora continua a stare al suo posto a fare quello che stava facendo, senza aver l’aria d’essere là per riceverlo, di perdere il suo tempo per lui.

Era il salotto pretenzioso ed ingenuo delle famiglie che ricevono poco, e, per conseguenza, non sanno ricevere.

Un divano contro una parete, le poltrone in giro ed una tavola in mezzo su cui la vanità del proprietario mette in mostra tutti quegli oggetti, che la sua modestia considera troppo belli per farli servire al loro scopo.

Tazze in cui nessuno ha mai bevuto; servizi da thè e da caffè vergini d’ogni contatto colle bibite suddette; calamai che non conoscono neppur di vista l’inchiostro; e poi, fiori artificiali, uccelli