tro Maroncelli, Tommaso Grossi, Gio. Battista Torti, Giuseppe Giusti, Niccolò Tommaseo, Gino Capponi, Carlo Troya, e quel miracolo di gentilezza che fu Massimo d'Azeglio, il quale, dopo la fatal giornata di Novara, venuto nei consigli del più leale tra i re, tenne alto nel piccolo piemonte quel glorioso vessillo. che doveva in breve sventolare, tra gli applausi delle commosse turbe, dall'un capo all'altro dell'Italia. Quando si hanno di questi esempi ogni rimprovero, è per lo meno, inopportuno. E quei valorosi che fecero le memorabili cinque giornate e che provocati all'ira dalla ferocia della soldatesca perdonavano e salvavano i loro nemici vinti, non furono educati alla scuola di Manzoni, e non agivano sotto l' ispirazione del grande poeta?1
- ↑ Al Manzoni che l'aveva aspettata anzi predetta (la battaglia della cinque giornale) dalla solitaria dimora seguiva con ansia febbrile le ultime vicende del combattimento: e non solo approvò che due suol figli corressero tra i primi nelle barricate, ma rincuorò egli stesso l'ultimo di essi, che giaceva un pop malato, ad occorrere in soccorso di fratelli. Filippo prontamente si levò, e corse al Broletto. ove si erano accese le prime scaramucce e una prigione dagli austriaci veniva di là tradotto al castello. Nella verza giornata il Manzoni, senza ombre di esitanza, appose la sua firma ad un foglio, che i migliori cittadini di Milano spedirono a Carlo Alberto per invocarne il