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sorti, ed ingentilisca i costumi educando negli animi il sentimento del bello, considerata in sè, senza il suo contenuto che è il vero, ed il suo scopo supremo che è il bene, riesce ad un vano gioco; capace, se vuoi, di rendere altrui aperta l'inesauribile fecondità della immaginativa, ma che non ti desta interesse di sorta.
L'arte come arte, che trovi sè in sè, massime in un paese come il nostro, nel quale, come ha ben dimostrato Ruggiero Bonghi,1 la letteratura non è popolare, nè è il cibo della maggioranza, non potrebbe spiegare questo movimento generale del pensiero e dell'affetto verso questo nome che risuona caro e riverito sulle labbra dei dotti non meno che degli umili. Se l'arte manzoniana adunque ha potuto ciò, è chiaro, o signori, che o quell'arte rappresenta il contenuto della coscienza italica, ovvero, che non fu solamente quell'arte, ma qualche cosa di più essenziale che troviamo nel fondo dei cuori, e che nel
- ↑ Perchè la letteratura italiana non sia popolare in Italia — Lettere critiche di Ruggiero Borghi