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TORNIAMO ALLO STATUTO | 15 |
delimitare i poteri della Camera elettiva, rinfrancare quelli della Camera vitalizia, e per di più riattivare la vita e l'azione di entrambe, ritornandole alle loro vere funzioni.
La Camera per troppo volersi imporre si è annullata. Ha voluto non solo legiferare quasi da sola, ma anche governare, ed ora è in balìa di qualunque uomo possa, organizzando una consorteria locale, riunendo intorno a sè la deputazione di una sola grande regione, maneggiando le turbolenze di piazza, o con qualunque altro mezzo o espediente, impadronirsi del potere. E non si vuole che il Principe sia autorizzato a resistere, ad indicare la via, lui personalmente, con la sua coscienza e guardando le cose dall'alto, salvo il libero esame e l'aperto e pubblico giudizio degli atti del suo Governo per parte del Parlamento.
La Camera, lavorando ad asservire sempre più il potere esecutivo, si è trovata invece asservita al Ministero, cioè a quel gruppo di uomini che si è comunque impadronito del potere e che, con la intimidazione e la corruzione elettorale, nelle mille sue forme, dispone a suo talento della maggioranza.
La Corona ha interessi ben più larghi e permanenti di quel che non abbiano i politicanti che via via si succedono nei Ministeri; e la sua rivendicazione dei poteri e degli uffici affidatile dallo Statuto segnerebbe la liberazione e la riabilitazione della Camera, e in genere del Parlamento. Imperocchè anche il Senato, nominato veramente e non solo formalmente dal Principe, avrebbe ben altro prestigio ed autorità di quanto non abbia ora, che rappresenta soltanto una stratificazione progressiva d'infornate di colore diverso secondo il succedersi delle varie fazioni o gruppi al Governo o le mutevoli vicende dell'alchimia parlamentare.
La Camera elettiva sarà tanto più indipendente e riprenderà tanto più seriamente ed efficacemente la sua funzione legislativa e l'esercizio del controllo finanziario, quanto più presto rinunzierà a pretendere che i ministri siano una emanazione sua e da lei debbano essere effettivamente designati, e li considererà quali ministri del Principe, cioè quali organi responsabili della volontà e dell'azione del Sovrano, da lui solo scelti e nominati.
Con ciò si ferirà forse alquanto il governo cosidetto di Gabinetto, ma s'instaurerà una seria divisione dei poteri negli ordinamenti rappresentativi, e si darà alla stessa opinione pubblica ed alla volontà nazionale una maggiore libertà di movimento e di