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TORNIAMO ALLO STATUTO 27

non infrequente degli impiegati governativi e comunali, hanno sempre pronti i quadri per la mobilitazione in guerra.

Onde spesso vediamo gli eserciti folla dei partiti temperati liberali, sgominati dalle schiere, più ristrette di numero, ma compatte e disciplinate, dei loro avversari.

In queste condizioni, il dividere normalmente e stabilmente il partito liberale temperato in due frazioni che combattendo perpetuamente tra loro s’indeboliscano a vicenda e si annullino, equivale a metterlo nella impotenza, non che di combattere contro le altre due schiere riunite, di nemmeno poter avere una voce predominante negli accordi o nelle transazioni che facesse con l’una o con l’altra parte.

Noi siamo, anche da soli, i più forti e numerosi, o per meglio dire lo saremmo se sapessimo stare uniti ed organizzarci; se sapessimo considerare la realtà delle cose e non solo pascerci di teorie stereotipate tolte dai libri forestieri; se sapessimo mettere da banda le discordie e le gare personali e stringerci compatti intorno alla grande idea civile e liberale rappresentata dalla monarchia italiana di Casa Savoia; se sapessimo scuotere l’inerzia che ci paralizza, la mancanza di fede e di coraggio morale; se sapessimo essere sinceri nell’esprimere la nostra volontà e virilmente risoluti nell'attuarla.

Vorrei che la mia voce potesse chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà, liberali e conservatori a un tempo, perchè si organizzasse un grande partito che, per combattere efficacemente il socialismo ed il clericalismo, si proponga come programma immediato la delimitazione delle funzioni dei vari poteri dello Stato, e lo svolgimento degli uffici della Corona, restituendole i diritti sanciti dal patto fondamentale votato nei plebisciti che costituirono il Regno d’Italia.

Non intendo affatto spingere ad alcun cesarismo o governo autocratico senza freno nè sindacato, nè ad alcuna forma di despotismo o di governo assoluto.

Vogliamo la monarchia liberale e rappresentativa dello Statuto, col Monarca principe effettivo ed attivo, non consegnato bendato nelle mani di un «maire du palais» che si chiami il presidente del Consiglio.

La Camera elettiva e il Senato vitalizio debbono cooperare attivamente alla legislazione, ed inoltre sindacare sempre, discutere e