Pagina:Torniamo allo statuto.djvu/15


TORNIAMO ALLO STATUTO 23

mutevole dei partiti parlamentari. A lui più propriamente spetta quanto ha attinenza:

1° con la difesa dello Stato, e la conservazione dello spirito e della forza morale dei suoi corpi militari;

2° con la politica estera;

3° con la giustizia, e non solo con quella civile e penale, ma anche con la giustizia amministrativa, come pure con la giustizia sociale, con quella, cioè, che riguarda i rapporti sociali tra le diverse classi ed ordini di cittadini, e la tutela dei deboli;

4° con l'alta amministrazione dello Stato.


*


Riassumendo brevemente i concetti fin qui accennati, mi affretto verso la conclusione del discorso.

Due grandi forze sociali e politiche stanno crescendo ed organizzandosi in Italia, e tutte due con tendenze ed aspirazioni rivoluzionarie di fronte alla Monarchia rappresentativa e liberale.

Da un lato il socialismo, nel nome della eguaglianza, vuole soppressa ogni libertà individuale. Perchè la libera concorrenza, troppo esagerata dai dottrinari della scuola economica del «lasciar fare», può ostacolare di fatto lo svolgimento della personalità umana e della libertà individuale del gran numero, i socialisti sopprimono addirittura ogni libertà personale, con l’organizzare lo Stato unico proprietario dei mezzi di produzione ed unico ripartitore dei frutti del lavoro, e tendono di fatto al despotismo di una burocrazia, alla tirannide di un mandarinato.

Dall’altro lato nel nome tanto delle idealità più elevate del consorzio umano quanto dell’ordine e della conservazione delle tradizioni sociali del passato, sta facendo passi da gigante l’organizzazione clericale, che tende in realtà all’oscurantismo più intollerante, alla soppressione del disordine mediante la soppressione del progresso e di ogni movimento dello spirito umano, nemica com’è della libertà di coscienza e di pensiero.

Di fronte a questi pericoli crescenti lo Stato liberale sta ogni giorno più demolendo spensieratamente le proprie difese.

Togliesi ogni credito, ogni prestigio al Parlamento, volendone far riposare tutta l’azione sulla necessità di un conflitto continuo